domenica 27 maggio 2012

Volontà

 Non c'è nessuna schiavitù, nessuna catena, nessuna droga da cui l'uomo non possa liberarsi se davvero lo vuole... Ninì

L'Italia in ostaggio

Sono trascorse solo poche ore dall’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. E’ presto per tirare le somme . Le notizie giornalistiche si accavallano e si contraddicono. E’ la Mafia gridano alcuni. E’ la mano di un folle dicono altri. No è una cupola nera, quella dei mafiosi e delle cellule di stato colluse con essi. E’ presto dicevo tirare le somme ma alcune considerazioni vanno fatte. Chi ha premuto il detonatore era certo che la colpa sarebbe ricaduta sulla mafia: il nome della scuola, il corteo anticriminalità che da lì a poche ore sarebbe passato per quella strada e non ultimo il premio vinto dalla scuola contro la criminalità. Se ci fosse il tenente Colombo di certo non si lascerebbe ingannare da questi indizi lampanti come si sono lasciati abbagliare a mio giudizio tutti i giornalisti scesi in campo per commentare il fatto. Ora alcuni fanno osservare che la Mafia non avrebbe mai agito in quel modo, contro una scuola e contro gli studenti, la morte di Melissa non può essere accostata a quella di Falcone, lei non rappresentava un pericolo per la criminalità. Questo affermano  anche personaggi autorevoli. La mafia non c’entra. Allora si passa all’ipotesi del terrorismo ed ecco che spunta la notizia di due indagati e interrogati, forse sono loro ma immediatamente la rettifica: avevano un alibi. E allora? Spunta un video con una persona col detonatore nelle mani. Ecco forse è lui, un uomo italiano, dicono ( da cosa poi  emerga questo, forse dal colore della pelle?), un italiano non giovane sul quale al momento non si vuole dire nulla. Chi sarà? Quest’ultima ipotesi potrebbe fornire l’alibi a tutte le coscienze addormentate ma non convince nessuno di noi che crediamo a ben altro. Non so perché ma continuamente mi ritorna in mente l’intervista al figlio di Provenzano, al suo tono minaccioso e al suo continuo riferirsi al rispetto e mi ritorna in mente l’affermazione della moglie del giudice Borsellino; “Dopo la strage di Capaci, Paolo mi disse che c’era un colloquio tra la Mafia e pezzi infedeli dello Stato“. Inquietante questo!

sabato 26 maggio 2012

Sera

Non puoi capire
il senso della vita
se non sai ascoltare
il sussurro della Terra
quando tutto tace
nell'indolenza della sera

Ninì